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Le Pratiche Rituali

I principali atti di adorazione obbligatori condivisi dai musulmani sia sunniti sia shi°iti sono:

1. La preghiera Giornaliera

Ogni musulmano, dall’età della pubertà, esegue cinque preghiere rituali ogni giorno (salāh). Per poter iniziare la preghiera egli deve compiere l’abluzione rituale (wudū’) nella forma prescritta. Poi egli si pone col corpo rivolto nella direzione di Mecca ed esprime l’intenzione di compiere la preghiera, relativa a quel particolare momento della giornata, avendo come scopo quello di avvicinarsi a Dio.

Questa intenzione deve essere mantenuta viva per tutta la durata della preghiera. Se una persona all’inizio della preghiera o in seguito dimentica cosa sta facendo, o prega col solo scopo di ostentare ciò che sta facendo, o prega per un qualsiasi motivo egoistico, la sua preghiera diventa nulla. La preghiera inizia effettivamente quando la persona dice “Allāhu Akbar” (Dio è Grande). Con queste parole l’orante entra formalmente in stato di preghiera e vi resta fino a che la preghiera non sarà completata.

Ogni preghiera è composta di unità (rak’ah), da due a quattro.1 Ogni unità è costituita di:

Recitazione della Sura L’Aprente del Sacro Corano, seguita da un’altra Sura, ad esempio la Sura Al-Ikhlās o la Sura Al-Qadr;2

Inchino (rukū’) e lode e glorificazione di Dio restando in questa posizione;

Due prostrazioni (sajdah) e poi la lode e la glorificazione di Dio.

Le preghiere terminano con la testimonianza che Dio è Unico, senza pari, che Muhammad è il Suo servo e il Suo messaggero e con le parole di saluto a Muhammad e la sua famiglia (tashahhud). In fine si auspica la pace per il Profeta, tutte le persone rette e quelle che stanno pregando (taslim).

La preghiera rituale è la forma di adorazione e di ricordo di Dio più importante. Il Sacro Corano dice:

﴿ وَأَقِمِ الصَّلاَةَ إِنَّ الصَّلاَةَ تَنْهَى عَنِ الْفَحْشَآءِ وَالْمُنكَرِ وَلَذِكْرُ اللَّهِ أَكْبَرُ ﴾

“Invero la preghiera preserva dalla turpitudine e dal male, certamente il ricordo di Dio è la preghiera più elevata..”(Sûra Al-‘Ankabût; 29: 45).

2. Il Digiuno

Il secondo atto di adorazione è il digiuno (sawm) durante il mese di Ramadhan, il nono mese del calendario islamico. Durante questo mese ogni musulmano adulto si trattiene dal mangiare, dal bere e dall’attività sessuale, dall’alba al tramonto.3

Come ogni altro atto di adorazione, il digiuno deve essere compiuto con intenzione sincera, cioè deve essere compiuto unicamente per amore di Dio e con l’unico scopo di avvicinarsi a Dio. Ci sono altri benefici che derivano dal digiuno, oltre alla vicinanza a Dio e al conseguimento del Suo compiacimento: rafforzare la risolutezza individuale; ricordare agli uomini i doni benedetti di Dio, come il cibo, che essi ricevono ogni giorno e che possono considerare un dono scontato; ricordare loro la fame e la sete del Giorno del Giudizio; aiutare i ricchi a capire come vivono i poveri, così che sorga in loro un senso di pietà e di benevolenza; indebolire gli appetiti ed i desideri più degradanti e far sì che si sviluppi in ogni persona una conoscenza razionale e una consapevolezza spirituale. Il Sacro Corano dice:

﴿ يَآ أَيُّهَا الَّذِينَ ءَامَنُوا كُتِبَ عَلَيْكُمُ الصِّيَامُ كَمَا كُتِبَ عَلَى الَّذِينَ مِن قَبْلِكُمْ لَعَلَّكُمْ تَتَّقُون ﴾

“Oh voi che credete! Vi è prescritto il digiuno come fu prescritto a coloro che vi hanno preceduto, così che voi possiate difendervi (dal male)”(Sûra Al-Baqarah; 2: 183).

3. Il Pellegrinaggio (Hajj) alla Mecca

Ogni musulmano che ha raggiunto la pubertà, che sia in buona salute e ne abbia la possibilità finanziaria deve compiere, almeno una volta nella sua vita, il Pellegrinaggio alla Mecca (Hajj) nel mese di Zu-l-Hijjah, il dodicesimo mese del calendario islamico. A Mecca si trova la Moschea più importante per tutti i musulmani del mondo, il Masjid al-Harām, che è il santuario della Ka’bah.

Tutti i musulmani volgono il viso e il corpo verso la Ka’bah quando pregano. La Ka’bah è la costruzione a forma di cubo eretta dal Profeta Abramo (as) e da suo figlio, il Profeta Ismaele (as), sulle fondamenta di ciò che era stato costruito in origine dal Profeta Adamo (as).

In larga misura il Pellegrinaggio alla Mecca è una ricostruzione simbolica di ciò che il Profeta Abramo (as), il primo monoteista, affrontò in quel luogo, circa quattro mila anni fa. Dopo un lungo viaggio, quando Abramo (as) arrivò a Mecca, egli udì Dio chiedergli di fare i preparativi per il pellegrinaggio delle genti a Mecca. Il Sacro Corano dice:

﴿ وَإِذْ بَوَّأْنَا لإِبْرَاهِيمَ مَكَانَ الْبَيْتِ أَن لاَّ تُشْرِكْ بِي شَيْئاً وَطَهِّرْ بَيْتِيَ لِلطَّآئِفِينَ وَالْقَآئِمِينَ وَالرُّكَّعِ السُّجُودِ * وَأَذِّن فِي النَّاسِ بِالْحَجِّ يَأْتُوكَ رِجَالاً وَعَلَى كُلِّ ضَامِرٍ يَأْتِينَ مِن كُلِّ فَجٍّ عَمِيقٍ * لِيَشْهَدُوا مَنَافِعَ لَهُمْ وَيَذْكُرُوا اسْمَ اللَّهِ فِي أَيَّامٍ مَعْلُومَاتٍ عَلَى مَا رَزَقَهُم مِن بَهِيمَةِ الاَنْعَامِ﴾

“Non associare a Me cosa alcuna e purifica la Mia casa per coloro che vi girano attorno, per coloro che stanno ritti in preghiera e per coloro che si prostrano. E invita le genti al pellegrinaggio. Verranno a te a piedi o su cammelli slanciati da ogni remota contrada per essere testimoni dei benefici che ne avranno e per invocare il nome di Dio nei giorni stabiliti su ciò che Egli ha dato loro.” (Sûra Al-Hajj; 22: 26-28).

﴿ إِنَّ أَوَّلَ بَيْتٍ وُضِعَ لِلنَّاسِ لَلَّذِي بِبَكَّةَ مُبَارَكاً وَهُدًى لِلْعَالَمِينَ * فِيهِ ءَايَاتٌ بَيِّنَاتٌ مَقَامُ إِبْرَاهِيمَ وَمَن دَخَلَهُ كَانَ ءَامِناً وَلِلَّهِ عَلَى النَّاسِ حِجُّ الْبَيْتِ مَنِ اسْتَطَاعَ إِلَيْهِ سَبِيلاً وَمَن كَفَرَ فَاِنَّ اللَّهَ غَنِيٌّ عَنِ الْعَالَمِينَ ﴾

“Certamente la prima casa eretta per gli uomini è quella di Bekka, luogo benedetto e guida per tutte le nazioni. In essa vi sono i segni evidenti del luogo in cui si fermò Abramo e chiunque vi entra è al sicuro. Il pellegrinaggio alla Casa per amore di Dio è obbligatorio per gli uomini che ne abbiano la possibilità. Quanto ai miscredenti, ebbene Dio non ha bisogno degli uomini” (Sûra Âli-°Imrân; 3: 96-97).

Il Pellegrinaggio alla Mecca offre esperienze indimenticabili. Forse la più notevole è il senso di altruismo, di fratellanza, di uguaglianza che vi si prova. Ogni anno milioni di musulmani, provenienti da diversi continenti, lasciano il loro paese, la famiglia, gli affari e tutto ciò che è loro caro e si predispongono per il loro viaggio a Mecca, situata nel deserto. Ciascuno di loro sarà presente negli stessi luoghi, allo stesso momento e indossando abiti uguali a quelli degli altri per compiere gli stessi riti. I ricchi e ì poveri, i re e le persone comuni si troveranno l’uno a fianco dell’altro indossando due teli di stoffa bianca. E’un’esperienza che ogni persona deve provare almeno una volta nella vita per poi riviverla nella sua vita quotidiana.

4. L’elemosina rituale

L’elemosina è un dovere religioso vivamente incoraggiato nel Sacro Corano e nella Sunna e la ricompensa per azioni caritatevoli è grande. Sebbene ogni cosa che si possiede appartiene a Dio, il Sacro Corano presenta l’atto del donare un’elemosina come un prestito fatto a Dio:

﴿ مَن ذَا الَّذِي يُقْرِضُ اللَّهَ قَرْضاً حَسَناً فَيُضَاعِفَهُ لَهُ ﴾

“Chi è colui che offrirà a Dio un prestito bello così che Egli glielo raddoppierà?” (Sûra Al-Hadîd; 57: 11).

Oltre all’elemosina facoltativa vi sono certi tipi di elemosina che sono obbligatori. Per esempio, un tipo di elemosina è la zakāt, una tassa sul patrimonio individuale, di solito corrispondente al 2, 5% del valore dei propri averi. Pagare la zakāt non significa fare un dono ai poveri ma piuttosto rispettare i loro diritti:

﴿ وَفِي أَمْوَالِهِمْ حَقٌّ لِلسَّآئِلِ وَالْمَـحْرُومِ ﴾

“…..e nei loro beni c’è un diritto per il mendicante e il povero.” (Sûra Ad-Dâriât; 51: 19).

Inoltre l’Imam °Ali (as) disse:

“Dio il Glorificato ha stabilito il sostentamento dei poveri nella ricchezza dei ricchi. Di conseguenza ogni volta che un povero ha fame ciò si deve al fatto che qualche persona ricca gli ha negato il suo contributo. ”4

Coloro che posseggono grano, orzo, datteri, uva, argento, cammelli, mucche e pecore in quantità che superano determinati valori devono pagare la zakāt ogni anno a beneficio dei meno fortunati fra i loro parenti, a beneficio degli orfani, dei bisognosi, dei viandanti e così via. La zakāt può essere usata per finanziare le spese dell’acquisto di cibo, per finanziare le spese necessarie per assicurare protezione, assistenza sanitaria, orfanotrofi e altri servizi pubblici.

E’importante mettere in risalto il fatto che in molti versetti del Sacro Corano l’atto del pagare la zakāt è menzionato assieme all’atto della preghiera (salāh) e considerato un atto di fede verso Dio. Pagare la zakāt è un atto di adorazione, così deve essere compiuto per amore di Dio. Perciò questo atto non solo aiuta i bisognosi e contribuisce a consolidare la giustizia sociale e il progresso, ma anche purifica l’anima di coloro che la compiono, proteggendoli dall’avarizia e dall’avidità. Il Sacro Corano afferma:

﴿ خُذْ مِنْ أَمْوَالِهِمْ صَدَقَةً تُطَهِّرُهُمْ وَتُزَكِّيهِم ﴾

“Preleva dai loro beni un’elemosina per purificarli e mondarli”( Sûra At-Taubah; 9: 103).

Il khums

I musulmani shi°iti hanno anche un’altra tassa obbligatoria, chiamata khums. In arabo la parola ‘khums’ significa “un quinto”. E’ una tassa del 20% sul profitto annuale di una persona. Alla fine di un anno una persona paga una tassa del 20% su tutti i suoi guadagni, dopo avere detratto le spese per la sua famiglia e per la sua attività lavorativa.5 Il dovere di pagare il khums è menzionato nel Sacro Corano:

﴿ وَاعْلَمُوا اَنَّمَا غَنِمْتُم مِن شَيْءٍ فَاَنَّ لِلّهِ خُمُسَهُ وَلِلرَّسُولِ وَلِذِى الْقُرْبَى وَالْيَتَامَى وَالْمَسَاكِينِ وَابْنِ السَّبِيلِ إِن كُنتُمْ ءَامَنتُم بِاللّهِ وَمَآ أَنْزَلْنَا عَلَى عَبْدِنَا﴾

“E sappiate che del bottino che conquisterete un quinto spetta a Dio e al Suo Messaggero, ai parenti (del Messaggero), agli orfani, ai poveri, ai viandanti, se voi credete in Dio e in quello che abbiamo fatto scendere sul Nostro servo (Muhammad)”(Sûra Al-Anfâl; 8: 41).

I musulmani sunniti di solito credono che il versetto si riferisca solo a ciò che i musulmani ricavano da una vittoria in guerra (bottino) e considerano il khums una sorta di zakāt.

Secondo la giurisprudenza shi°ita, metà del khums appartiene al Dodicesimo Imam (aj), l’ultimo componente della famiglia del Profeta (S) e suo successore, l’altra metà appartiene ai discendenti poveri del Profeta (S), chiamati ‘sayyid’. Il khums deve essere speso con la supervisione di una autorità religiosa shi°ita (marji°al-taqlīd), ad esempio il grande giurista (ayatullāh) che si segue in caso di quesiti che riguardano problemi partici. Tutto ciò per assicurarsi che il denaro sia speso in un modo che possa compiacere l’Imam al-Mahdī (aj). La parte appartenente all’Imam (aj) é di solito spesa per sostenere scuole superiori islamiche e altri progetti culturali, come la pubblicazione di libri utili e la costruzione di moschee e scuole.

5. Impegno e lotta in nome di Dio (Jihād)

Ogni musulmano deve impegnarsi, per amore di Dio e in Suo nome, in diversi modi per migliorare le condizioni di vita in generale e le sue condizioni di vita in particolare. Il Sacro Corano dice:

﴿ هُوَ أَنشَاَكُم مِنَ الاَرْضِ وَاسْتَعْمَرَكُمْ فِيهَا ﴾

“Egli vi creò dalla terra e ha fatto sì che vi abitaste.”(Sûra Hûd; 11: 61).

Provare indifferenza di fronte alle catastrofi umane o essere pigri durante la propria vita è cosa molto riprovevole. Colui che lavora intensamente per guadagnare denaro per sostenere la sua famiglia e per migliorarne le condizioni di vita è considerato un eroe per l’impegno che si assume per amore di Dio, egli è un mujahid (combattente per la causa di Dio). Un esempio fondamentale e di grande rilievo di questo tipo di impegno (jihād) è la lotta che si intraprende per difendere i diritti umani, come la libertà, e i valori islamici e umani, come la giustizia, la dignità e l’integrità di una nazione musulmana. Il Sacro Corano dice:

﴿ اُذِنَ لِلَّذِينَ يُقَاتَلُونَ بِاَنَّهُمْ ظُلِمُوا وَإِنَّ اللَّهَ عَلَى نَصْرِهِمْ لَقَدِيرٌ * الَّذِينَ اُخْرِجُوا مِن دِيَارِهِم بِغَيْرِ حَقٍّ إِلآَّ أَن يَقُولُوا رَبُّنَا اللَّهُ ﴾

“E’ data autorizzazione (a combattere) a coloro che sono stati aggrediti ingiustamente, e sicuramente Dio è in grado di dare loro la vittoria. Coloro che sono stati cacciati dalle loro case ingiustamente, soltanto perché dicevano: “Il nostro Signore è Dio…’”( Sûra Al-Hajj; 22: 39-40).

﴿ وَمَا لَكُمْ لاَ تُقَاتِلُونَ فِي سَبِيلِ اللَّهِ وَالْمُسْتَضْعَفِينَ مِنَ الرِّجَالِ وَالنِّسَآءِ وَالْوِلْدَانِ الَّذِينَ يَقُولُونَ رَبَّنَآ أَخْرِجْنَا مِنْ هذِهِ الْقَرْيَةِ الظَّالِمِ أَهْلُهَا وَاجْعَل لَنَا مِن لَدُنْكَ وَلِيّاً وَاجْعَلْ لَنَا مِن لَدُنكَ نَصِيراً ﴾

"Perché mai non combattete per la causa di Dio e per gli uomini oppressi, le donne e i bambini che dicono “Ah Signore! Salvaci da questa città i cui abitanti sono oppressori e concedici un difensore, uno che ci aiuterà.”(Sûra An-Nisâ’; 4: 75).

Naturalmente il jihād riguarda anche casi in cui la propria famiglia, proprietà o reputazione sono messe in pericolo, usurpate o danneggiate. Secondo gli Ahadith islamici, colui che è ucciso mentre difende la sua famiglia o la sua terra è considerato alla pari del soldato che muore martire in guerra.

Il jihād deve essere attuato fino a che si consegua un risultato adeguato. Il Sacro Corano dice:

﴿ وَقَاتِلُوهُمْ حَتَّى لاَ تَكُونَ فِتْنَةٌ وَيَكُونَ الدِّينُ لِلّهِ ﴾

“Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia {reso solo} ad Allah..”(Sûra Al-Baqarah; 2: 193).

Naturalmente, parlando in generale, il jihād vero e proprio esiste dall’alba della creazione, ossia è la lotta fra il bene e il male, il vero e il falso, fra la causa di Dio e quella di Satana. Questa lotta continuerà fino alla Fine del Tempo, quando la Terra sarà colmata dalla giustizia e dalla equa distribuzione di tutte le risorse del Governo di al-Mahdī (aj).

Il jihād, attuato con la penna, la lingua, un’arma o qualsiasi altro mezzo, è un atto di adorazione: deve essere attuato con intenzione pura, cioè solo in nome di Dio e per giuste cause. Nessuno deve combattere o lottare per scopi materialistici, per la gloria personale o la gloria di una tribù, razza o nazione, o qualunque altra causa che implichi l’idea di oppressione, come l’occupazione di terre altrui, per diventare, poi, più ricchi e più potenti.

Invero il jihād inizia innanzi tutto nell’intimo di un mujāhid (colui che si sforza). Una persona, per essere sicura di poter vincere la sua sfida contro il male, deve, prima di tutto, lottare contro i suoi desideri degradanti e smodati, deve liberare il suo cuore dalla presenza satanica e deve recuperare quella dignità che Dio Onnipotente ha dato agli esseri umani. Il Sacro Corano dice:

﴿ يَآ أَيَّتُهَا النَّفْسُ الْمُطْمَئِنَّةُ * ارْجِعِي إِلَى رَبِّكِ رَاضِيَةً مَرْضِيَّةً *فَادْخُلِي فِي عِبَادِي * وَادْخُلِي جَنَّتِي ﴾

“Oh anima serena, ritorna al tuo Signore, soddisfatta {di Lui} e soddisfacente {Lui}, entra tra i Miei servi, entra nel Mio Paradiso” (Sûra Al-Fajr; 89: 27-30).

Secondo un noto hadith, una volta il Profeta Muhammad (S) disse a un gruppo di compagni che aveva vinto una battaglia: “Benfatto. Vi dò il benvenuto, o voi che avete compiuto il jihād minore (al-jihād al-asghar) e sui quali incombe ancora il jihad maggiore (al-jihād al-akbar)”. Sorpresi, i compagni, che avevano sconfitto i nemici ed erano disposti a dare ciò che era loro più caro, la vita, per difendere l’Islam, chiesero: “Cos’è il jihād maggiore?” “Il Profeta (S) rispose: “Il jihād maggiore è combattere contro voi stessi ed il vostro Io”. Infatti resistere alle proprie tentazioni, impedire di cadere nell’errore e purificare se stessi è il jihād più grande e più difficile.

Infine indichiamo alcuni dei meriti di coloro che combattono per amore di Dio citando le parole di Dio stesso:

﴿ الَّذِينَ ءَامَنُوا وَهَاجَرُوا وَجَاهَدَوا فِي سَبِيلِ اللّهِ بِاَمْوَالِهِمْ وَأَنفُسِهِمْ أَعْظَمُ دَرَجَةً عِندَ اللّهِ وَاُوْلَئِكَ هُمُ الْفَآئِزُونَ * يُبَشِّرُهُمْ رَبُّهُمْ بِرَحْمَةٍ مِنْهُ وَرِضْوَانٍ وَجَنَّاتٍ لَهُمْ فِيهَا نَعِيمٌ مُقِيمٌ * خَالِدِينَ فِيهَا أَبَداً إِنَّ اللّهَ عِندَهُ أَجْرٌ عَظِيمٌ ﴾

“Coloro che credono, coloro che sono emigrati e hanno lottato sulla via di Dio con i loro beni e le loro vite hanno il più alto grado presso Dio. Essi sono i vincenti. Il loro Signore annuncia loro misericordia e compiacimento e i Giardini in cui godranno perenne delizia. là essi rimarranno sempre. In verità presso Dio vi è immensa ricompensa.” (Sûra At-Taubah; 9: 20-22).

6. Esortare al bene e proibire il male

Esortare al bene (al-°amr bi al-ma’rūf) e proibire il male (al-nahy°an al-munkar) sono due atti di adorazione che ogni musulmano adulto deve compiere ogni qualvolta se ne presenti il caso. Nessun musulmano può restare indifferente di fronte a ciò che accade nel mondo attorno a lui. Parte della responsabilità di ogni musulmano è rispettare i valori umani e religiosi: ogni qualvolta uno qualunque di questi valori è trascurato o violato egli deve consigliare e guidare i responsabili verso una condotta che porti a compiere buone azioni e a evitare il male e le cattive azioni.

Il Sacro Corano afferma:

﴿ خُذِ الْعَفْوَ وَأْمُرْ بِالْعُرْفِ وَأَعْرِضْ عَنِ الْجَاهِلِينَ ﴾

“Prendi quello che ti concedono di buon grado ,ordina il bene e allontanati dagli ignoranti” (Sûra Al-A°râf; 7: 199).

﴿ وَالْمُؤْمِنُونَ وَالْمُؤْمِنَاتُ بَعْضُهُمْ أَولِيَآءُ بَعْضٍ يَأْمُرُونَ بِالْمَعْرُوفِ وَيَنْهَوْنَ عَنِ الْمُنْكَرِ وَيُقِيمُونَ الصَّلاَةَ وَيُؤْتُونَ الزَّكَاةَ وَيُطِيعُونَ اللّهَ وَرَسُولَهُ ﴾

“I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Ordinano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, eseguono l’orazione pagano la decima e obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero” (Sûra At-Taubah; 9: 71).

﴿ التَّآئِبُونَ الْعَابِدُونَ الْحَامِدُونَ السَّائِحُونَ الرَّاكِعُونَ السَّاجِدُونَ الأَمِرُونَ بِالْمَعْرُوفِ وَالنَّاهُونَ عَنِ الْمُنْكَرِ وَالْحَافِظُونَ لِحُدُودِ اللّهِ وَبَشِّرِ الْمُؤْمِنِينَ ﴾

Avranno il Giardino coloro che si pentono, che adorano, che lodano, che peregrinano, che si inchinano che si prosternano, che raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole, coloro che si attengono ai limiti di Allah. Dai la buona novella ai credenti. (Sûra At-Taubah; 9: 112.).

﴿ الَّذِينَ إِن مَكَّنَّاهُمْ فِي الاَرْضِ أَقَامُوا الصَّلاَةَ وءَاتَوُا الزَّكَاةَ وَأَمَرُوا بِالْمَعْرُوفِ وَنَهَوْا عَنِ الْمُنكَرِ ﴾

Essi sono coloro che quando diamo loro potere sulla terra, assolvono all’orazione, versano la decima, raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole..” (Sûra Al-Hajj; 22: 41).

  • 1. La preghiera del mattino (Fajr), che viene recitata fra l‘alba e il sorgere del sole, consiste di due unità; la preghiera del mezzogiorno (Zuhur) e quella del pomeriggio (°Asr) consistono di quattro unità; la preghiera del tramonto (Maghrib) consiste di tre unità e la preghiera della sera (°Ishā) consiste di quattro unità.
  • 2. Nelle preghiere formate da tre o quattro unità, la terza e la quarta unità prevedono la recitazione della Sura Aprente o, in alternativa, la recitazione di una particolare menzione (dhikr) di Dio chiamata “al-tasbīhāt al-arba°ah” (Quattro Glorificazioni), seguita dall‘inchino e dalle prostrazioni. In queste preghiere l‘affermazione dell‘Unicità di Dio e della missione profetica del Profeta Muhammad, seguita dal saluto al Profeta ed alla sua famiglia, è espressa nella seconda e quarta unità, dopo la prostrazione.
  • 3. Alcuni gruppi di persone sono esonerati dal digiuno, come ad esempio gli ammalati e coloro che si trovano in viaggio.
  • 4. Nahj al-Balaghah (Il Picco dell‘Eloquenza)
  • 5. Vi sono altri casi citati nella giurisprudenza shi°ta nei quali il pagamento del khums è doveroso. Il caso qui citato è il più comune.Per approfondimenti vedere: “Il Khums” di Seyyed Muhammad Rizvi, disponibile anche il lingua italiana.