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La cultura islamica e lo stile dell’hijab

E’ piuttosto probabile che questi sedicenti esperti dell’Islam e del Medio Oriente abbiano confuso l’ordine basilare del Corano dello stile dell’hijab indossato dalle donne musulmane con i differenti retroterra etnici.

La richiesta dell’hijab è un ordine coranico. Il requisito basilare è che la donna musulmana copra la propria testa e il proprio seno con un khimar (un copricapo), e il suo corpo con un jilbab (un vestito ampio e lungo). Certamente, puo’ lasciare scoperti il volto e le mani.1

Per quanto attiene allo stile, al colore e al materiale del khimar e del jilbab, ogni gruppo etnico musulmano puo’ seguire l’ingiunzione coranica in accordo al proprio retroterra culturale. La varietà negli stili di applicazione della norma coranica deriva dal fatto che l’Islam è una religione universale che non puo’ essere confinata a una regione, a una tribù o una cultura. Voi vedete quindi che la donna musulmana in Arabia usa l’‘abaya; la donna musulmana persiana usa il chador; la donna musulmana afgana usa il burqa; la donna musulmana indo-pakistana usa il niqab o purdah; la donna musulmana malesiana e indonesiana il kerudung; la donna musulmana dell’Africa orientale il buibui; ed ora in Occidente, la donna musulmana canadese usa abiti tradizionali con una sciarpa più grande sulla testa e un completo.

L’Islam non entra in merito allo stile finché esso rispetta i requisiti fondamentali del khimar e del jilbab. Qui la religione e la cultura interagiscono tra loro, e qui risiede l’aspetto dinamico della Shari‘a islamica; questa interazione puo’ aver confuso alcuni dei cosiddetti esperti dell’Islam che erroneamente credono che l’hijab sia una tradizione culturale e non un dovere religioso.

  • 1. Indossare un velo per coprire il volto non è la richiesta iniziale delle norme dell’hijab. La Shi’a, come la maggioranza dei giuristi sunniti, afferma che il volto deve esser coperto solo se vi è il pericolo di fitna, una situazione che può condurre a commettere un peccato.