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Sura al-Baqarah Versetti 55-56

وَإِذْ قُلْتُمْ يَا مُوسَى لَنْ نُؤْمِنَ لَكَ حَتَّى نَرَى اللّهَ جَهْرَةً فَاَخَذَتْكُمُ الصَّاعِقَةُ وَأَنْتُمْ تَنْظُرُونَ ﴿55﴾ ثُمَّ بَعَثْنَاكُمْ مِنْ بَعْدِ مَوْتِكُمْ لَعَلَّكُمْ تَشْكُرُونَ ﴿56﴾

61. E quando diceste: “O Mosè, noi non ti crederemo finché non avremo chiaramente visto Allah”. Foste allora colpiti dalla folgore mentre stavate guardando.
62. E poi, morti, vi risuscitammo nella speranza che {Ci} foste riconoscenti.

Una Sconcertante Richiesta

Questi due sacri versetti parlano di un altro dei grandi doni concessi dal Signore Eccelso ai figli d’Israele. Descrivono inoltre la proverbiale testardaggine e ostinatezza di questo traviato popolo, e il duro castigo con il quale il Signore Eccelso li punì.

Il primo versetto dice: E quando diceste: ‘O Mosè, noi non ti crederemo finché non avremo chiaramente visto Allah’”

È possibile che essi abbiano fatto questa strana richiesta perché ignari del fatto che Allah non può essere visto. In effetti, la comprensione delle persone di scarsa intelligenza e poca cultura, non va oltre il mondo sensibile, ed essi pretendono, addirittura, di vedere il Creatore dei Mondi.
È anche possibile che alla base di questa loro assurda richiesta ci sia la loro proverbiale ostinatezza, che sempre li ha contraddistinti.

In ogni caso, questi stolti dissero esplicitamente al santo profeta Mosè (as) che non gli avrebbero prestato fede finché non avessero chiaramente visto Allah.

A questo punto non v’era altra soluzione che presentare loro una delle creature del Signore Eccelso che essi non avevano la capacità di vedere, per far loro comprendere che non sono nemmeno in grado di vedere tutte le creature divine, figuriamoci il loro Creatore. Scese dunque una tremenda folgore, che colpì una monte. L’accecante luce, il terrificante tuono, e il violento sisma che ne derivò, li terrorizzò al punto che caddero tutti a terra senza vita.

Mosè rimase profondamente addolorato da questo fatto. La morte di settanta capi giudei era un ottimo pretesto per i sobillatori per molestare e ostacolare questo santo messaggero d’Allah. Chiese perciò al Signore Eccelso di resuscitarli, ed Egli esaudì questa sua preghiera: E poi, morti, vi risuscitammo nella speranza che {Ci} foste riconoscenti”

Ciò che in forma concisa è stato raccontato da questi due nobili versetti, è espresso con maggiori dettagli nella quarta (versetto 153) e nella settima sura (versetto 155) del sacro Corano. Questa vicenda è anche narrata dalla Bibbia.

Questa storia mette in evidenza le enormi difficoltà che un profeta (as) deve affrontare nell’invitare alla verità la gente ignorante, la quale, a volte, vuole da loro difficili miracoli, e a volte, arriva a chiedere l’assurdo, come, ad esempio, vedere Allah.

È bene poi sapere che alcuni nemici del santo Profeta Muhammad (S) fecero la stessa stupida richiesta a questo nobile messaggero d’Allah (Santo Corano, 4:153; 17:90-96).

Questo versetto è inoltre una valida prova della possibilità del ritorno alla vita: E poi, morti, vi risuscitammo nella speranza che {Ci} foste riconoscenti”