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Sura al-Baqarah Versetto 153

يَا أَيُّهَا الَّذِينَ آمَنُواْ اسْتَعِينُواْ بِالصَّبْرِ وَالصَّلاَةِ إِنَّ اللّهَ مَعَ الصَّابِرِينَ ﴿153﴾
159. O voi che avete prestato fede, cercate aiuto nella pazienza e nella salâh: in verità, Allah è con i pazienti.

Commento

L’espressione “yaa ayyuha-l-ladhina aamanu”, che significa “o voi che avete prestato fede”, riguarda i credenti e i loro capi, padroni, signori, principi, guide, imam, il santo Alì e gli undici purissimi imam da lui discendenti.

A tal proposito, citiamo una delle tante tradizioni esistenti su questo argomento. Burhaan narra che Bin Abbas ha detto: «Allah non ha rivelato versetto che contenga “yaa ayyuha-l-ladhina aamanu”, se non che Alì ne sia il capo, il principe»1

“Cercate aiuto nella pazienza e nella salâh” è un ordine cosiddetto “irshaadiyy” {esortativo}, poiché è ovvio che le creature abbiano, in ogni cosa, bisogno del Creatore, dipendano assolutamente da Colui che è assolutamente indipendente, dall’Autosufficiente. In effetti, l’essere umano è libero di scegliere, ma non agisce in modo indipendente: tutto in lui e nelle altre creature dipende dal Creatore, dal Signore Eccelso, dal Sostentatore Sublime, dalla Causa delle Cause, dal Sommo Essere.

Non bisogna poi trascurare che riceve l’aiuto divino chi ne è degno, e tale dignità si consegue mettendo in pratica il consiglio dato dal versetto in esame: “…cercate aiuto nella pazienza e nella salâh…”

Certo, chi si fa travolgere dai problemi della vita, chi è debole, impaziente, insofferente alle difficoltà e alle disgrazie, non è sicuramente degno dell’ausilio divino, e lo stesso dicasi per coloro che trascurano e sottovalutano il sommo rapporto con il proprio Creatore: la salaah, la preghiera.
In una tradizione leggiamo: “La pazienza è la chiave di ogni problema”

Alì (as), il Principe dei Credenti, descrivendo i timorati, disse: “Pazientano pochi giorni, che donano loro una lunga quiete”2

Alcuni esegeti sostengono che in questo versetto la parola “as-sabr” da noi tradotta con il termine “pazienza” – significa as-saum o al-Jihad, denota cioè il digiuno rituale islamico o la Jihad. Noi siamo dell’idea che tali interpretazioni possono essere accettate solo mantenendo – per la parola “as-sabr” il significato “pazienza”, e dicendo che durante il digiuno o nella Jihad è necessario pazientare, non dimostrare insofferenza alle difficoltà, alla fame, alla sete, alla guerra, lottare, con indefessa volontà, contro le passioni.

Quanto invece alla parola salaah, preghiera, alcuni esegeti sostengono che in questo versetto significa duaa’, e cioè supplica, implorazione; altri invece dicono che denota l’insieme degli atti obbligatori e supererogatori. Ognuna di queste tesi è sostenuta da tradizioni islamiche.

Quando poi il sacro Verbo di Allah afferma: “Allah è con i pazienti”, intende dire che coloro che sono pazienti, quelli che sopportano le difficoltà godono del Suo ausilio, del Suo appoggio, vengono guidati da Lui sulla retta via, godono della Sua infinita grazia, della Sua salvante protezione, e, al di sopra di ogni altro bene, ricevono la Sua generosa ricompensa: “Senza dubbio, verrà data ai pazienti la loro ricompensa, senza limiti”3

  • 1. Tafsir Furaat Al-kufiyy, pag. 49, hadith n. 7.
  • 2. Bihaaru-l’anwaar, vol. 68, pag. 113, hadith n. 48.
  • 3. Santo Corano, 39: 10.